Project Description
Sentiero n. 655 -
località | quota | distanza | andata | ritorno | difficoltà |
Castelletto di Brenzone | 70 | – | ↓ | 0.10 | – |
Biaza | 150 | 400 | 0.15 | 0.02 | T |
incrocio sent. 31 | 201 | 180 | 0.05 | 0.28 | T |
incrocio strada delle Fasse | 454 | 1060 | 0.50 | 0.20 | E |
le Ca’ | 634 | 1020 | 0.25 | 0.45 | T |
Prada, locanda Aurora | 1005 | 2030 | 1.00 | 0.10 | T |
Prada, S-ciafera | 995 | 520 | 0.10 | 0.40 | E |
Val di Sacco (bivio sent. 51) | 1360 | 2300 | 0.55 | 0.10 | E |
Baiti di Ortigara (bivio sent. 51) | 1424 | 610 | 0.15 | 0.15 | E |
strada di Nàole | 1546 | 870 | 0.25 | 0.10 | E |
conca di Nàole (bivio sent. 662) | 1579 | 540 | 0.10 | ↑ | T |
totale | 9660 | 4.30 | 3.10 |
Lungo e bell’itinerario che dalla sponda del lago raggiunge il crinale meridionale del Monte Baldo nei pressi della conca di Nàole. Vario e attraente, è itinerario che attraversa tutte le fasce di vegetazione presenti sul Monte Baldo. In genere se ne percorre la metà inferiore, fino al ripiano di Prada, nelle escursioni con partenza dal lago; oppure la metà superiore, nelle escursioni con partenza da Prada.
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Dalla piazzetta sulla strada regionale 249 “Gardesana” a Castelletto di Brenzone (fermata autobus), a pochi passi dal piccolo porticciolo, si attraversa la strada regionale e si imbocca in salita la stretta Via Valle. Dopo pochi passi si segue a destra Via Grotte che, stretta e ripida, sfocia più in alto sulla stradina asfaltata che unisce Castelletto di Brenzone alla frazione di Biaza. Seguendo la segnaletica si segue verso destra la stradina asfaltata che entra nell’antico nucleo abitato di Biaza e incorcia subito dopo la strada asfaltata, detta “delle Fasse”, che scende da S. Zeno di Montagna al lago. All’incrocio con la strada si imbocca in salita la ripida Via Monte Baldo. Poco più in alto la ripida stradina dal fondo cementato si trasforma in mulattiera acciottolata che lascia le ultime abitazioni di Biaza e incrocia la mulattiera dell’itinerario tra Cassone e Pai (segnavia n. 31) nei pressi d’un serbatoio dell’acquedotto. La mulattiera prosegue ripida lasciando a destra il serbatoio dell’acquedotto e sale con bel panorama sul lago e sulla fascia coltivata ad olivo. Più oltre la mulattiera entra nel bosco ceduo di roverella, carpino e orniello e interseca nuovamente, a circa quota 450, la strada “delle Fasse”. Poco oltre si raggiunge Ca’ Vìcari e si prosegue poi con un lungo traverso meno ripido fino a raggiungere la Fontana Cuerta, così chiamata perché una preziosa sorgente d’acqua sgorga al coperto di una volta realizzata con lastre di pietra calcarea. La mulattiera riprende a salire ripida, supera la contrada Le Ca’ e prosegue oltre inoltrandosi nella fascia del castagno. Nella sua parte finale la mulattiera s’avvicina al solco della Val Senaga ed esce infine sulle aperte radure prative del grande ripiano di Prada sfociando sulla strada asfaltata, non lontano dalla stazione inferiore degli impianti di risalita di Prada.
Seguendo a destra la pista ciclopedonale che fiancheggia la strada si raggiunge dopo oltre 200 metri il piazzale della stazione inferiore degli impianti di risalita di Prada. Proseguendo ancora lungo la strada s’arriva dopo ancora 250 metri nel punto dove dirama a sinistra una stradina sterrata (Via Val da Sacco). La si segue e, superati alcuni villette di insediamento turistico, la stradina diviene un largo sentiero che s’inoltra nel solco della Val da Sacco e nella bella faggeta che ricopre quest’area del Monte Baldo. A circa quota 1360 il sentiero sfocia sulla stradina forestale d’accesso ai Baiti di Ortigara, percorsa dal sentiero n. 51, e la segue a sinistra (percorso in comune col sentiero n. 51). Con un paio di tornanti nella faggeta la stradina esce infine dalla faggeta sul pascolo dei Baiti di Ortigara e arriva un po’ oltre l’edificio della malga. Qui si lascia a sinistra il sentiero per il Baito Eugenio Turri (segnavia n. 51) e si piega a destra a raggiungere la vicina chiesetta della Madonna della Neve, edificata nel Seicento dai Marchesi Carlotti che si isolarono in questi luoghi per sfuggire alla peste del 1630 (quella ampiamente raccontata dal Manzoni nel romanzo I Promessi Sposi).
Dalla chiesetta si segue in salita il sentiero che passa un po’ sopra la pozza dell’abbeverata del bestiame e sale con alcune svolte il sovrastante bosco di faggi fino a sbucare sulla strada militare di Nàole. La si segue verso sinistra ma dopo un’ottantina di metri la si abbandona per seguire a destra il ramo della stradina che guadagna in breve l’orlo della bella conca di Nàole e cala nel fondo della conca, all’innesto sul sentiero proveniente da Caprino (segnavia n. 662), nei pressi della pozza di Malga Nàole. Per raggiungere in breve la Bocca di Nàole, importante incrocio di diversi sentieri, si lasciare a destra la stradina che prosegue in breve per il Rifugio Nàole e l’omonimo forte militare e si segue a sinistra il sentiero (segnavia n. 662) che percorre il fondo della conca di Nàole e sale al vicino intaglio della Bocca di Nàole.