Project Description

Sentiero n. 105 - Sentiero alpinistico del Vaio Scuro

località quota lunghezza ore↓
Rifugio Cesare Battisti alla Gazza (bivio sent. 110 e 120) 1265 0 0.00
bivio sentiero de “L’Omo e la Dona” (sent. 113) 1280 830 0.10
bivio sentiero del Vaio Pelegatta (sent. 114) 1321 500 0.10
bivio raccordo col sent. 143 1335 270 0.10
Selletta delle Poe 1450 740 0.30
Vaio Lovaraste 1525 340 0.40
bivio Vaio del Bìsele – Vaio Scuro 1640 340 0.30
Forcella Bassa 1810 240 0.40
Forcella della Scala 1850 280 0.15
Giaron de la Scala, bivio Sent. alto del Fumante  (n. 195) 1800 140 0.05
totale   3680 3.10

Lungo, spettacolare e articolato itinerario alpinistico, in ambiente vario, che collega i due rifugi del versante recoarese delle Piccole Dolomiti e consente di penetrare profondamente nel roccioso ambiente del settore del Fumante, con scorci dolomitici di grandiosa e rara bellezza. Pur non particolarmente difficile, è itinerario per escursionisti esperti, richiedente passo fermo, adeguata forma fisica e dimestichezza con gli ambienti rocciosi. L’itinerario si sviluppa in buona parte per profondi canaloni rocciosi e deve essere affrontato in condizioni di tempo stabile e libero da neve e ghiacci. Per la severità dell’ambiente è sconsigliato a escursionisti inesperti e, pur attrezzato in alcuni tratti con corde metallico e staffe, va affrontato con adeguato equipaggiamento di sicurezza, preferibilmente nel senso di marcia qui descritto. Esige infatti cautela per evitare di scaricare sassi sugli escursionisti sottostanti e per la stessa ragione se ne sconsiglia la percorrenza a comitive numerose. 

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Dai pressi del Rifugio Cesare Battisti alla Gazza, precisamente dal parcheggio a lato del primo tornante della strada che dal Rifugio scende a Recoaro Terme, si imbocca il sentiero che traversa lungamente a mezzacosta e passa nei pressi di Malga Lorecche, dove dirama a sinistra il sentiero de “L’Omo e la Dona” (segnavia 113). Più avanti il sentiero raggiunge le ghiaie del Vaio di Pelegatta che traversa verso destra dopo aver lasciato a sinistra il ramo di sentiero che risale l’omonimo vaio (segnavia 114). Poi il sentiero rimonta sull’opposta sponda il bosco delle Ghimbalte, lascia a destra il breve sentiero di raccordo col sottostante sentiero n. 143, e imbocca il Vaio delle Ghimbalte che risale prima al centro e poi sulla destra. Dove il vaio si biforca si segue il ramo di destra (sinistro orografico) per scavalcarne il fianco e risalire con alcune strette serpentine fin sulla costola che delimita il Vaio di Lovellazzo, in corrispondenza della Selletta delle Poe, contraddistinta da una piccola croce in legno e dalla quale si stacca verso l’alto la debole traccia del sentiero dei Contrabbandieri (non segnalato e ormai in disuso) per la Forcella del Fumante. Dalla selletta si continua anca in salita per pochi metri, poi si attraversa il Vaio del Lovellazzo e si risale brevemente l’opposta sponda fino a lambire una liscia e grigia paretina che si supera a destra. Infine, di nuovo a sinistra, si penetra nell’incassato Vaio Lovaraste. Corde metalliche ed alcuni gradini permettono di scendere lungo la parete destra del Vaio per raggiungerne il fondo e traversare sino a dove si incontra la segnalazione della recente variante diretta al Vaio Scuro.

Nota: Si sconsiglia di percorrere detta variante, detta “la direttissima”, molto difficile, esposta e pericolosa, che non aggiunge niente alla bellezza dei luoghi. Anzi. L’unico risultato finora raggiunto da quest’opera, realizzata da una locale guida alpina al solo scopo di ricercare le difficoltà a tutti i costi, è stato l’incremento degli interventi del Soccorso Alpino per recuperare gli incauti escursionisti, avventuratisi su questa infelice e gratuita variante.

Dalla fine del tratto attrezzato si scende ancora qualche metro su terreno accidentato che richiede occasionalmente l’uso delle mani, e si costeggia sulla destra, lungo una lista erbosa, lo sperone del Lontelovere fino ad imboccare l’ampio Vaio di Lazocli. Si risale il vaio nel centro, fra massi e ghiaie di frane, anche recenti, fino a raggiungere la base del Torrione Recoaro che, con l’imponente eleganza del suo spigolo sud, divide il Vaio di Lazocli in due distinti rami: il Vaio del Bìsele a sinistra (destra orografica) e l’orrido e angusto Vaio Scuro a destra (sinistra orografica). Qui convergono pure le attrezzature della citata difficile, insulsa variante e pochi metri oltre si perviene alla targa, ormai arrugginita e illeggibile, che contrassegna l’inizio del percorso attrezzato del Vaio Scuro, chiuso tra la muraglia est del Torrione Recoaro e la scabra fiancata ovest della Punta delle Losche. L’inizio è caratterizzato da una buia spaccatura verticale, spesso bagnata, preceduta da un gradino lievemente strapiombante. Due cavi metallici e ottimi appigli ne facilitano il superamento e l’uscita attraverso una strozzatura finale. La risalita del Vaio prosegue superando altri lisci gradoni e massi che si vincono senza grandi difficoltà con l’ausilio di varie corde fisse fino al franoso dietro terminale, anch’esso munito di corda fissa, che precede l’arrivo a Forcella Bassa. Di qui il sentierino traversa in quota un’erta svasatura e per alcune roccette entra in una spaccatura (l’Orecchio del Diavolo) che si vince per la paretina di destra e una successiva piccola cengia. Dalla sommità della spaccatura si cala poi per una quindicina di metri lungo una strettoia, dalla quale una fune metallica permette di approdare in un canalino detritico. Si traversa poi a sinistra un ripido pendio e si transita a pochi passi dalla Porta dell’Inferno, col caratteristico masso in bilico sulla sommità del camino. Con un ultimo tratto di ripide ghiaie il sentierino guadagna la Forcella della Scala, cala sull’opposto versante nel Giaron della Scala dove confluisce, a circa 1800 metri di quota, sul Sentiero alto del Fumante (segnavia 195). Seguendo a destra quest’ultimo sentiero si cala in un’altra ora di cammino al Passo di Campogrosso e al vicino omonimo Rifugio.

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