Project Description
Sentiero n. 193 - Via Ferrata Angelo Pojesi
località | quota | lunghezza | ore↓ |
Rifugio Passo Pèrtica (bivio sent. 109, 186, 189) | 1522 | 0 | 0,00 |
inizio Via Ferrata | 1515 | 120 | |
Cima Tibet (termine Via Ferrata e bivio sent. 108) | 2106 | 2520 | 2,20 |
totale | 2640 | 2,20 |
Splendido itinerario, tra i più incantevoli delle Piccole Dolomiti, che unisce direttamente il Rifugio Passo Pèrtica al Rifugio Mario Fraccaroli a Cima Carega attraverso il roccioso e selvaggio versante sudovest del Carega. Realizzato nel 1978 dalla Sezione CAI “Cesare Battisti” di Verona, è dedicato ad Angelo Pojesi, padre dell’alpinismo veronese e per oltre trenta anni presidente della citata Sezione del Club Alpino Italiano. Pur non essendo una via ferrata nella sua interezza, è agevolato da infissi di sicurezza nei tratti più esposti e verticali (funi, pioli e scalette metalliche). Va perciò percorso con set da via ferrata e con la necessaria prudenza, trattandosi di itinerario lungo, in ambiente impervio e con pericolo di caduta sassi. Per dette ragioni ne è vietata la percorrenza in discesa.
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Dal Rifugio Passo Pèrtica si imbocca il sentiero 109 che scende verso la Val di Ronchi (segnavia 109) e lo si percorre per un centinaio di metri per seguire poi il sentierino tra i mughi che raggiunge in breve l’inizio della lunga ed esposta cengia che incide orizzontalmente, a circa metà altezza, l’intera parete ovest della Cengia di Pèrtica. La si percorre interamente seguendo il sentierino molto esposto ma interamente attrezzato con fune metallica e una breve scaletta, aggirando i versanti ovest e nord della Cengia di Pèrtica fino a dove la cengia si spegne sul margine di un’ampia conca ghiaiosa racchiusa da alte pareti rocciose. Il sentiero rimonta leggermente la conca e poi l’attraversa interamente avvicinando e superando una fascia di rocce con l’aiuto di una passerella ed alcuni pioli metallici. Infine si porta alla base delle alte pareti rocciose che rinserrano la conca e raggiunge all’estremità a sinistra la base di un pendio di mughi che risale interamente su ripida traccia intervallata da alcuni brevi tratti rocciosi. Il sentierino raggiunge infine una stratta breccia su un crinale di mughi, caratterizzata da un grosso masso sulla sinistra. Poi cala per una cinquantina di metri sull’opposto versante, lungo un ripido canale (attrezzature) e traversa poi una costa di mughi solcata da un paio di canali. Infine si raggiunge il fondo di un profondo canale roccioso, in corrispondenza di tre grandi larici che si elevano non lontano dal punto in cui il sentiero confluisce nel fondo del canale.
Si risale con divertente arrampicata il fondo del canale, prestando attenzione a non smuovere sassi, e più in alto lo si abbandona per superare, sulla sinistra, due salti di roccia inframmezzati da un canalino che evita la risalita del tratto mediano del canale e riconducono più in alto nella sua parte superiore. Un ultimo tratto attrezzato con fune metallica agevola il superamento del ripido canalino-diedro finale, al termine del quale riprende la salita su sentierino.
Con numerose svolte (attenzione a non far cadere sassi nel sottostante canalino!) si risale il ripido pendio erboso fino ad affacciarsi sulla conca di Malga Posta e guadagnare il termine della Via Ferrata, in corrispondenza dell’estremità sudovest del panoramico crinale di Costa Media. Su questa estremità, nota col nome di Cima Tibet per via delle bandierine tibetane che gli escursionisti amano appendere ad un palo, arriva dall’opposto versante il Sentiero delle Creste (segnavia 108B).
Per raggiungere il Rifugio Mario Fraccaroli a Cima Carega non resta che seguire verso sinistra il Sentiero delle Creste che percorre in circa 40 minuti il lungo crinale della Costa Media (segnavia 108).