Project Description

Sentiero n. 251 – 1° Tratto Campofontana-Camposilvano - Dorsale Mediana della Lessinia - 1° Tratto

località quota distanza andata ritorno Difficoltà
Campofontana (bivio sent. 205) 1224 0.15
bivio contrada Grisi 1148 730 0.10 0.30 T
Lor (crinale) 1251 1280 0.25 0.40 T
Selle di Fuori (bivio sent. 284) 1009 1920 0.35 0.40 E
Giazza, strada prov.le 10 775 1030 0.25 0.03 E
Giazza, chiesa (bivio sent. 250, 279, 280, 282) 758 260 0.04 0.02 T
ponte sul progno di Giazza (bivio sent. 185, 250) 738 80 0.01 1.35 T
contrada Pozze di Azzarino 1051 4000 1.55 0.15 E
contrada Battisteri di Azzarino 1078 600 0.15 0.15 T
loc. Croce del Gal (bivio sent. 253) 1173 1350 0.25 0.05 E
contrada Kunech (bivio sent. 253) 1195 440 0.05 0.10 E
Camposilvano 1170 650 0.10 T
totale   12340 4.30 4.30

È il tratto iniziale della “Dorsale Mediana della Lessinia”, lungo itinerario di traversata che unisce l’estremità orientale della Lessinia alla Val d’Adige, dal paesino di Campofontana a quello di Peri. L’intero itinerario, lungo una quarantina di chilometri, può essere percorso in un due o più giorni, a seconda delle preferenze, con soste per il pernottamento nei paesi toccati dall’itinerario.

Dei tre itinerari che attraversano l’intera Lessinia da est ad ovest (“Dorsale Alta”, “Mediana” e “Bassa”) questo è forse quello più rappresentativo del paesaggio umano della Lessinia. Tocca infatti numerose contrade e buona parte dei centri principali della Lessinia, con sapiente alternanza di tratti fra praterie aperte ai panorami sulla pianura e tratti nel bosco, particolarmente in corrispondenza dell’attraversamento delle valli che scendono a pettine verso la pianura, localmente detti “vaj”.

Il tratto iniziale della “Dorsale Mediana della Lessinia”, unisce il paesino di Campofontana a quello di Camposilvano e si caratterizza per l’attraversamento del profondo solco della Val d’Illasi. Significativa la presenza lungo il percorso di edicole e capitelli votivi, espressione della tradizionale religiosità popolare di queste contrade.

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Dalla chiesa di Campofontana si segue per breve tratto in discesa la strada provinciale 17A per S. Bortolo. Dopo 100 metri, in corrispondenza della Baita degli Alpini, si lascia la strada provinciale e si imbocca a destra la mulattiera che cala ripida sulla sottostante strada asfaltata che unisce Campofontana a Selva di Progno, conosciuta come Strada delle Rive. La si segue a destra in discesa per 500 metri fino al bivio dopo contrada Pozza. Qui si lascia la Strada delle Rive e si va a destra lungo la stradina asfaltata che raggiunge tra i prati le vicine contrade Grisi e Zocca. Oltre quest’ultima contrada l’itinerario prosegue per stradina sterrata, supera la sorgente di località Fontana e prosegue in salita nella bella foresta di faggi fin nei pressi dell’Agriturismo Bucaneve, poco a sud del Monte Torla. Si segue ora la mulattiera che va a destra, quasi in piano, per 200 metri, con ricca fioritura di ciclamini in piena estate, e si prosegue poi per sentiero in discesa lungo il crinale boscoso fino ad affacciarsi sulla Val d’Illasi. Un ripido tratto di sentierino in discesa, con alcuni tornanti, precede un lungo traverso nel fitto bosco sul fianco superiore della Val d’Illasi. Il sentiero sfocia infine sulla stradina tra località Selle di Dentro e Selle di Fuori. Seguendo a destra la stradina si raggiunge in breve gli edifici di Selle di Dentro e, lasciata la stradina che prosegue per contrada Prusti (segnavia 284), si segue a sinistra il sentiero che cala poco dopo nel bosco e scende infine con una serie di tornanti sulla strada provinciale 10 della Val d’Illasi, ormai all’ingresso del paesino di Giazza. La si segue a destra per un centinaio di metri e si scende poi a destra lungo la strada che scende nella piazza principale del paesino, con la chiesa, la fontana, e il Museo dei Cimbri, creato e organizzato per documentare le vicende storiche, linguistiche e culturali del popolo dei Cimbri, comunità etnica e linguistica di origine tedesca insediatasi in Lessinia a partire dal XIII secolo.

L’isolamento e gli scarsi contatti con l’esterno hanno fatto sì che Giazza sia oggi il solo paese del veronese dove gli ultimi vecchi conoscono ancora l’antico idioma Cimbro, un tempo parlato da tutta la popolazione della Lessinia.

Giazza è crocevia di importanti itinerari escursionistici. Vi transita, infatti, il Sentiero Europeo E5; è punto di partenza della Dorsale Alta della Lessinia (segnavia 250), punto di transito della Dorsale Media della Lessinia (segnavia 251), nonché base di partenza per numerose escursioni sul massiccio del Carega e Tre Croci (Piccole Dolomiti).

Dalla piazza del paese si imbocca in discesa il viottolo tra la chiesa e la trattoria Ljetzan che conduce in breve al ponte sul torrente Revolto. Passato il ponte, si lascia a destra il Sentiero delle Gosse (segnavia 250), per il quale prosegue il Sentiero Europeo E5 e la Dorsale Alta della Lessinia, nonché gli itinerari per i rifugi e le mete in alta Val di Revolto. Si segue invece a sinistra la stradina che costeggia in leggera discesa il torrente in direzione sud e giunge a contrada Ferrazza (m 722), con l’affresco detto della “Madonna dei sette dolori”. Continuando ancora in piano per la stradina si raggiunge contrada Parlatoni. Qui si lascia la stradina per imboccare a destra il sentiero che sale decisamente nel bosco a guadagnare l’orlo dell’altopiano della Lessinia ed esce infine sulle praterie dell’altopiano poco prima di raggiungere contrada Pozze. A quota 1030, nel corso della ripida ascesa nel bosco si incontra una bella crocifissione in pietra, risalente al 1856, con la scritta: “Ferma o passeggero il destro piede per onorare Gesù che qui risiede”.

A contrada Pozze il sentiero si immette sulla stradina che conduce in direzione ovest alle vicine contrade di Battisteri e Tecce, tutte contrade un tempo appartenenti al comune di Azzarino, oggi inglobato in quello di Velo Veronese. Dopo contrada Battisteri si segue la stradina di destra e si perviene al bivio in località Croce del Gal, dove l’itinerario l’itinerario si unisce a quello della “Via Cara”, l’antico via di transumanza proveniente da Velo Veronese (segnavia 253). Si va a sinistra, ancora per stradina, fin quasi all’ingresso di contrada Kunech dove i due itinerari tornano a dividersi. Lasciato a destra quello della “Via Cara” che raggiunge i superiori pascoli del Pàrparo (segnavia 253), si segue a sinistra sulla stradina che supera contrada Kunech e raggiunge subito dopo il Museo Geopaleontologico del Covolo di Camposilvano.

L’origine del Museo si deve al Cav. Attilio Benetti, che ha vissuto per novantenni nella vicina casetta. Dalla sua curiosità è scaturita la passione, fin da piccolo, per la natura che lo circondava, attratto dalle rocce fossili, ricche di ammoniti, che negli anni ha continuato a studiare e raccogliere. La sua ricca raccolta di pietre, che egli mostrava e spiegava a curiosi turisti e visitatori nel suo magazzino davanti a casa, è oggi diventata un piccolo museo., con una sezione dedicata alla preistoria con reperti ritrovati nella grotta del Covolo e nel villaggio dell’età del Bronzo di S. Mauro di Saline, oltre alla ricostruzione completa dello scheletro di Ursus Spelaeus trovato nelle vicine grotte e l’impronta di dinosauro recuperata sulla Bella Lasta nell’alta Lessinia.

Poco oltre il Museo Geopaleontologico la stradina sfocia sulla strada provinciale 13 nei pressi dell’incrocio principale del piccolo centro abitato di Camposilvano, noto anche per i curiosi fenomeni carsici della vicina Valle delle Sfingi.

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