Project Description
Sentiero n. 34 -
località | quota | distanza | andata | ritorno | difficoltà |
Marniga | 70 | – | ↓ | 0.15 | |
Campo di Brenzone (incrocio sent. 31) | 222 | 1130 | 0.20 | 1.20 | T |
bivio sent. 34 | 920 | 3770 | 2.00 | 0.10 | T |
Prada Alta, pressi della ex Ost. da Tano (bivio sent. 56) | 991 | 530 | 0.10 | ↑ | T |
totale | 5430 | 2.30 | 1.45 |
Itinerario che unisce il paesaggio “mediterraneo” del lago di Garda ai pascoli estivi e agli alpeggi di Prada Alta, toccando antiche contrade, capitelli, chiesette, sorgenti, fontane, pozze, e i numerosi insediamenti temporanei estivi (maggenghi), un tempo importanti nell’economia dei borghi dell’entroterra gardesano. L’itinerario percorre per intero l’antica mulattiera, ancora in buona parte lastricata in pietra, lungo la quale avveniva fino a non molti decenni fa il trasporto dei vari prodotti raccolti in montagna (legna, fieno e castagne), effettuato per scivolamento e trascinamento con l’utilizzo d’una particolare slitta interamente costruita in legno, detta “caréta” o “barùsola”, trainata da muli o asini. Per facilitare lo scorrimento della slitta sul selciato i due legni che fungevano da pattini venivano unti con la feccia dell’olio. Invece per frenare la discesa nei tratti a forte pendio si utilizzavano delle corde ancorate a ganci in ferro, infissi nella roccia, per far scivolare lentamente la calata della slitta.
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Dalla strada regionale 249 “Gardesana orientale”, all’altezza del km 74,2 (fermata autobus), si imbocca la via gradinata (Via del lago) e si sbuca immediatamente nella piazzetta principale di Marniga, col capitello votivo dedicato a S. Rocco. Dal capitello si segue a sinistra lo stradello che sottopassa un’abitazione e sale tra gli olivi. Superata una seconda edicola votiva dedicata alla Madonna dell’Aiuto, la mulattiera prosegue in salita fra terrazze d’olivo e, lasciato a destra il viottolo che prosegue per Castelletto di Brenzone, piega decisamente a sinistra e raggiunge il vecchio borgo di Campo, immerso tra gli olivi. Oggi quasi completamente disabitato, Campo è un compatto borgo d’origine medievale, con case costruite in pietra e interessanti elementi architettonici, quali volti, androni scale e gallerie. Appena all’interno del borgo, all’incrocio con l’itinerario proveniente da Cassone (segnavia n. 31) si segue a destra il viottolo che sale alla chiesa del paese superando un volto tra le case. La chiesa, dedicata a S. Pietro in Vincoli, è anch’essa medievale, con all’interno affreschi del Trecento. Dalla chiesa, lasciato a destra l’itinerario che passa accanto alla sorgente del paese e prosegue per Biasa e Pai di Sopra (segnavia n. 31) si segue in salita la mulattiera lastricata che fiancheggia la chiesetta e sale ripida tra gli ultimi terrazzi d’olivo prima di entrare gradualmente nella fascia boschiva a leccio, roverella, crpino e orniello, lambendo fasciature di ghiaie d’origine morenica che lasciano affiorare la roccia lisciata dal ghiacciaio. La mulattiera sale ripida e si possono notare le pietre segnate dai solchi delle slitte che col tempo ne hanno inciso il selciato. A circa 600 metri di quota il bosco di carpino, roverella e orniello si interrompe per far posto al paesaggio del castagno e dei maggenghi, cioè le residenze temporanee sulle quali si trasferivano un tempo intere famiglie per ricavarvi foraggio e trascorrere il periodo estivo in ambiente più fresco. I prati erano falciati due volte nella stagione estiva e a fine settembre vi pascolava il bestiame sceso dalle malghe e dagli alpeggi superiori. Infine, prima della discesa alle dimore invernali dell’entroterra gardesano, si provvedeva al raccolto delle castagne e della legna. Negli ultimi decenni un graduale recupero di queste aree è avvenuto col restauro dei fabbricati e la realizzazione di una pista di servizio che ha però in parte cancellato l’antico lastricato della mulattiera. Nella parte superiore, ormai al di sopra della fasci del castagno e dei maggenghi, la mulattiera rientra definitivamente nel bosco ceduo di carpino e faggio, si unisce a quota 920 con la mulattiera proveniente da Castello di Brenzone (segnavia n. 33), e con un ultimo tratto nella faggeta guadagna infine l’ampio ripiano pascolivo di Prada Alta, dove confluisce sulla strada asfaltata della Val Trovai in corrispondenza della ex Osteria da Tano, nei pressi dell’inizio del sentiero della Valvaccara (segnavia 56).