Project Description
Sentiero n. 64 - Sentiero dell’acquedotto
località | quota | distanza | andata | ritorno | difficoltà |
località Due Pozze (bivio sent. 51) | 1298 | – | ↓ | 0.15 | |
pressi di Malga Zocchi (bivio sent. 51) | 1282 | 920 | 0.15 | 0.20 | T |
bivio sent. 662 | 1292 | 1010 | 0.15 | 0.05 | T |
bivio sent. 662 | 1320 | 300 | 0.05 | 0.25 | T |
malga Colonei di Caprino | 1372 | 1490 | 0.30 | 0.40 | T |
malga Valfreda Crocetta (bivio sent. 62 e 656) | 1321 | 2640 | 0.40 | ↑ | T |
totale | 6360 | 1.45 | 1.45 |
Piacevolissimo itinerario, quasi costantemente in piano, lungo il tracciato dell’acquedotto che serve le malghe dell’area meridionale del Monte Baldo. Si svolge in ambiente di alpeggi, aperto ai panorami verso il lago e la pianura, ed è forse quello che più di altri incontra lungo il suo percorso alcune delle più tipiche malghe baldensi, pur diverse tra loro ma che ripetono un unico schema edilizio, favorevole alle funzioni di allevamento e produzione casearia. La malga è infatti sempre localizzata su un pendio, con un locale seminterrato per il ricovero di capi di bestiame ammalati o di vacche partorienti e un piano superiore diviso in due vani. Il primo, detto logo del late, è quello che ospitava il latte prodotto, su bacinelle poco profonde e adatte a far affiorare il grasso utilizzato per la produzione del burro. Questo locale, con poca luce per evitare l’irrancidimento, è costruito rivolto a valle, arrotondato all’esterno e con numerose finestre e feritoie per favorire la circolazione d’aria e poter così mantenere più areato e fresco il locale. Il vano a monte, detto logo del fogo, è invece riconoscibile per il camino a pianta semicircolare, debordante rispetto alla pianta dell’edificio. Era utilizzato per ospitare i giacigli dei malghesi (le binele), la zangola per la preparazione del burro e il focolare con la grande caldera di rame contenente il latte, che doveva restare sul fuoco fino a maturazione della cagliata. Oggi le strutture delle malghe sono in gran parte abbandonate perché non più rispondenti alla esigenze della moderna economia casearia e tuttavia marcano ancora la geografia del paesaggio, insieme agli altri manufatti di pertinenza delle malghe, alle mulattiere, alle pozze per abbeverare il bestiame, spesso ricavate da minuscole doline, alle “riserve” (le macchie di abeti utilizzate per riparo del bestiame nei giorni assolati o più umidi e freddi) e ai muretti a secco che marcano i confini delle proprietà.
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Da bel ripiano di località Due Pozze, poco oltre il termine della stradina asfaltata di km 4,2 che sale da Prada, si segue verso sud lo stradello dell’acquedotto (percorso comune agli itinerari 64 e 51). Con leggeri saliscendi attraverso brevi macchie di faggio e piccole radure s’arriva dopo quasi un chilometro al bivio dove dirama a destra l’itinerario per Lumini (segnavia n. 51). Si continua sullo stradello dell’acquedotto e si supera dopo circa 200 metri l’edificio del Baito dei Zocchi (m 1282), ubicato in magnifica posizione panoramica sulla parte meridionale del lago di Garda. Ancora lungo lo stradello s’arriva quasi in piano alla confluenza sulla mulattiera proveniente da Caprino (segnavia 662). La si segue verso sinistra, in leggera salita, fino al successivo bivio dopo circa 300 metri. Qui, lasciata a sinistra la mulattiera che prosegue per Nàole (segnavia n. 662), si prosegue a destra sullo stradello, si passa accanto a Malga Colonei di Pésina e si sale in breve a guadagnare il crinale meridionale del Monte Baldo passando così sul versante di Ferrara di Monte Baldo. Poco oltre, in corrispondenza di malga Colonei di Caprino, si raggiunge il termine della strada asfaltata che sale da Spiazzi e la si segue quasi in piano per circa due chilometri e mezzo, traversando sotto la Cima di Nàole, fino al tornante in corrispondenza di malga Valfreda Crocetta, importante punto di incontro di diversi itinerari.